STEEL COLLECTION

L’idea era quella di realizzare degli oggetti che fossero delle macchine minime. Da un semplice foglio di lamina sottilissima di acciaio si potevano ricavare una serie di oggetti anche tridimensionali sfruttando le proprietà della lamina di acciaio, la sua flessibilità e resistenza.

 

 

young_e_design_2010_nono_stefanosoave

Descrizione progetto

Questo progetto è stato uno dei primi e venne sviluppato nel 1998 per Mandarina Duck, con la nostra amica Ilaria Gibertini. Anche qui ci incuriosiva molto una tecnologia che ha avuto molto impulso con lo sviluppo dell’elettronica utilizzata per realizzare le schede elettroniche e i circuiti stampati.
Era la elettroerosione chimica. L’elettroerosione è una tecnologia di lavorazione ad asportazione di truciolo che non utilizza le capacità erosive di utensili rotanti fisico-meccanici ma quelle delle scariche elettriche. Per la particolarità del principio, questa tecnologia ci dava la possibilità di ottenere su materiali fortemente conduttori come i metalli, qualsiasi figura geometrica o volumetrica. Era possibile ottenere spigoli netti e cavità con forme o profili impossibili da realizzare con altre tecnologie.
Mandarina Duck in quel momento cercava un progetto di accessori per la scrivania che non richiedesse investimenti in stampi. La tecnologia si prestava perfettamente. L’idea era quella di realizzare degli oggetti che fossero delle macchine minime. Da un semplice foglio di lamina sottilissima di acciaio si potevano ricavare una serie di oggetti anche tridimensionali sfruttando le proprietà della lamina di acciaio, la sua flessibilità e resistenza. La tecnologia dava la possibilità inoltre, erodendo il materiale solo per la metà dello spessore, di creare delle decorazioni sulla superficie. Questo fatto era interessante non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello pratico. Usare un’unica lamina per realizzare un oggetto da luogo a dei problemi, ad esempio in alcuni punti hai bisogno di morbidezza e in altri di una maggiore resistenza. La decorazione a erosione quindi è stata usata anche per motivi funzionali.
Nel tagliacarte ad esempio la decorazione a erosione del cono che serve da impugnatura permette di avere un’impugnatura morbida e piacevole e al contrario una lama molto solida. La flessibilità delle lamina permetteva di lavorare con incastri realizzati direttamente nel materiale, creando facilmente oggetti tridimensionali. Su un lato gli oggetti erano in acciaio e sull’altro erano finiti con una floccatura morbida e colorata che dava una sensazione di morbidezza. Gli oggetti erano: un tagliacarte, un portascotch, un portafotografie, un segnalibro, un portabiglietti, una ventosa con graffette. Il packaging era sperimentale. Doveva essere un packaging minimo ed economico. Una tecnologia interessante era lo skinpack, un sistema di confezionamento su una base in cartone, dove, per mezzo di un’aspirazione sottovuoto, avviene l’adesione tra le pellicola plastica e il cartone stesso avvolgendo completamente il prodotto in tutta la sua forma.
Ma non ci convinceva perché rendeva freddo il prodotto. Quindi andando da un trasformatore ci accorgemmo che il feltro si comportava allo stesso modo del cartone. Realizzammo quindi una pack che per la prima volta accoppiava feltro e plastica. La cosa piacevole è che aprendoli il feltro si divideva dalla plastica e poteva essere utilizzato per lucidare le lamine d’acciaio. Successivamente disegnammo anche dei piccoli packaging natalizi per Mandarina Duck.
Il progetto vinse nel 1999 il Premio Young & Design al Salone del Mobile.
TYPOLOGY: office accessories

COMPANY: Mandarina Duck

DATE: 1998

EXHIBITIONS:
Triennale Design Museum – “the new Italian design” 2007

AWARDS:
Young & Design Awards 1999

Start typing and press Enter to search